Osservatorio sul mondo educativo fuori controllo.

Quello che non farà mai parte dei nostri scopi.

L’oscenità in classe diventa rissa ideologica.

di Luca Liverani

La rissa tra opposti estre­mismi alza il polverone sul libro di Melania Maz­zucco letto al liceo Giulio Ce­sare di Roma. E nello scambio di insulti – gli striscioni omofo­bi di Forza nuova, le reazioni di associazioni studentesche e di sinistra contro «oscurantismi, roghi di libri e gerarchie vatica­ne » – rischia di sparire lo scan­dalo di un romanzo – con de­scrizioni esplicite di rapporti sessuali tra gay – imposto a mi­norenni, come denunciato da due associazioni. La preside della scuola difende la scelta: «Un romanzo adatto all’età de­gli alunni». «Diffondere mate­riale porno – sostiene invece il Moige – è inammissibile e vio­la il patto di corresponsabilità tra genitori e scuola». (altro…)

Leggete, per favore. Se avete figli.

E’ un brano di un romanzo fatto leggere agli studenti – tredici/sedici anni – del Liceo Giulio Cesare di Roma. C’è stata una denuncia penale. Ma il Ministero della Pubblica Istruzione non ha niente da dire o da fare in proposito?

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L’oro di Luxuria: Gender “tinto” di omofobia.

Il blog di Giorgia Petrini

di Giorgia Petrini

Apprendo stamani, da uno scioccante pezzo di Andrea Zambrano, apparso su La Nuova Bussola Quotidiana, che mentre in molte scuole genitori e insegnanti si sbattono in coraggiose raccolte di firme, per la mancanza di fondi da dedicare all’acquisto di matite e carta igienica, in altre si trovano tempo, soldi e persone, in grado di permettere all’Arcigay (nonostante il ripetuto disaccordo di molti genitori a che si tenesse questo incontro) di distribuire volantini come questo a ragazzi di seconda liceo, che ai tempi di mia nonna avevano altre priorità: tipo imparare a scrivere meglio, conoscere la storia, o sviluppare il senso critico (tutto), per esempio.

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Gender, a Roma maestre «rieducate».

Il blog di Giorgia Petrini

di Luca Liverani – 23/02/2014

Di cosa hanno bisogno i bambini degli asili nido e delle scuole del­l’infanzia? Ma è chiaro: di essere e­ducati alla «pluralità dei modelli fami­liari e dei ruoli sessuali», con percorsi che passino «per la decostruzione degli ste­reotipi ». E ciò perché «la disparità di ge­nere e la persistenza di ruoli tradiziona­li sono ancora ben presenti nel sistema educativo italiano». Possibile? Sì, dice il Campidoglio, è sui bambini da 0 a 6 an­ni che bisogna lavorare per combattere «il femminicidio, l’omofobia e il bulli­smo».

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