di Marco Di Antonio
Quando si sbaglia domanda, è inevitabile che le risposte siano tutte insoddisfacenti. Che cos’è l’educazione? Un sistema per rendere le persone adatte al nuovo mondo, pare suggerire il signor Schmidt. (altro…)
di Marco Di Antonio
Quando si sbaglia domanda, è inevitabile che le risposte siano tutte insoddisfacenti. Che cos’è l’educazione? Un sistema per rendere le persone adatte al nuovo mondo, pare suggerire il signor Schmidt. (altro…)
di Luca Liverani
La rissa tra opposti estremismi alza il polverone sul libro di Melania Mazzucco letto al liceo Giulio Cesare di Roma. E nello scambio di insulti – gli striscioni omofobi di Forza nuova, le reazioni di associazioni studentesche e di sinistra contro «oscurantismi, roghi di libri e gerarchie vaticane » – rischia di sparire lo scandalo di un romanzo – con descrizioni esplicite di rapporti sessuali tra gay – imposto a minorenni, come denunciato da due associazioni. La preside della scuola difende la scelta: «Un romanzo adatto all’età degli alunni». «Diffondere materiale porno – sostiene invece il Moige – è inammissibile e viola il patto di corresponsabilità tra genitori e scuola». (altro…)
di Giorgia Petrini
Apprendo stamani, da uno scioccante pezzo di Andrea Zambrano, apparso su La Nuova Bussola Quotidiana, che mentre in molte scuole genitori e insegnanti si sbattono in coraggiose raccolte di firme, per la mancanza di fondi da dedicare all’acquisto di matite e carta igienica, in altre si trovano tempo, soldi e persone, in grado di permettere all’Arcigay (nonostante il ripetuto disaccordo di molti genitori a che si tenesse questo incontro) di distribuire volantini come questo a ragazzi di seconda liceo, che ai tempi di mia nonna avevano altre priorità: tipo imparare a scrivere meglio, conoscere la storia, o sviluppare il senso critico (tutto), per esempio.
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di Luca Liverani – 23/02/2014
Di cosa hanno bisogno i bambini degli asili nido e delle scuole dell’infanzia? Ma è chiaro: di essere educati alla «pluralità dei modelli familiari e dei ruoli sessuali», con percorsi che passino «per la decostruzione degli stereotipi ». E ciò perché «la disparità di genere e la persistenza di ruoli tradizionali sono ancora ben presenti nel sistema educativo italiano». Possibile? Sì, dice il Campidoglio, è sui bambini da 0 a 6 anni che bisogna lavorare per combattere «il femminicidio, l’omofobia e il bullismo».
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